martedì 29 novembre 2016

Broadchurch


Non sapevo che guardare, ho sfogliato e risfogliato la collezione di serie tv su Netflix e ancora non sapevo cosa scegliere. Sono una che va molto a periodi e mi da fastidio magari vedere qualcosa che finisco con lo disprezzare solo perché mi sto sforzando di vedere. Ma di cosa avevo voglia ora? Non lo sapevo. Avevo appena terminato midnight diner, una serie molto rilassante giapponese e ora c'era il vuoto. Alla fine mi sono buttata a caso su Broadchurch, sere che conoscevo come: giallo, Tennant stronzo. Non sapevo altro e sinceramente meglio così. La prima stagione l'ho divorata, otto episodi da una quarantina di minuti l'uno in 48 ore, forse anche meno. Non voglio che questo sia un vanto, ma solo per far capire quando mi ci sia chiusa e io coi telefilm ho sempre un rapporto altalenante con partenze in quarta e poi mi ci vogliono settimane per concludere, questa è un'eccezione.


Da qui iniziano gli spoiler, a vostro rischio e pericolo.

Broadchurch è una piccola città costiera inglese nel nulla, una piccola comunità nella quale tutti si conoscono, tutti vivono pacificamente e nel quale di punto in bianco la tranquillità viene spezzata dall'omicidio dell'undicenne Danny. Il telefilm segue tutto il caso ed episodio dopo episodio si scoprono fin troppe verità nascoste agli occhi di tutti. Gli abitanti sono sempre tentati a celare le loro vite per mantenere quella maschera di perfette famiglie felici e questo intralcia non poco gli uomini della polizia che vorrebbero solo fare il loro mestiere. Ma parliamoci chiaro, senza segreti sarebbe durata si e no quattro episodi. Però il telefilm ti porta a sospettare di chiunque, ti porta a puntare su chi vogliono loro per poi sbagliare e brancolare nel buio insieme ai protagonisti, fino all'ultimo episodio in cui la verità viene a galla e fidatevi mi ha letteralmente spiazzata. Per tutto il tempo mi sono continuata a chiedere come ci si possa non accorgere di certi avvenimenti. Ad esempio: se io uscissi di notte senza dire niente a nessuno sono praticamente certa che al mio ritorno i miei verrebbero a saperlo. So che non posso esserne certa al 100%, ma ho la sensazione che sia così e questo telefilm si basa pesantemente sul fare, uscire, vedere di nascosto. Per quanto riguarda i vari personaggi li ho trovati credibili e ben caratterizzati anche se praticamente tutti hanno la puzza sotto il naso. Inizialmente ho detto che sapevo che Tennant era stronzo, o almeno ho sentito dire che lo definivano così e devo dire che erano sciocchezze. E' un ottimo personaggio quello che interpreta, ed è quello che più mi  è sembrato giusto nel suo ruolo. E' un caso difficile e triste ed è normale che lui sia distaccato, in più è l'estraneo della situazione e trovo giusto che non si faccia prendere dai sentimentalismi. E' un poliziotto e fa il suo dovere, ma non è solo quel pezzo di ghiaccio che vuole mostrare di essere, anzi ci sono svariate scene che mi fanno solo provar dolcezza per lui e una voglia matta di abbracciarlo.

La seconda stagione è stata straziante, mi ha tenuta col fiato sospeso. Ad ogni episodio che vedevo il nodo alla gola che provavo aumentava d'intensità, è stato davvero troppo quello che ho visto. La stagione si occupa di due punti importanti: il processo e il vecchio caso dell'ispettore Hardy. Entrambe le faccende complesse, con troppi buchi da dover colmare, troppe bugie, troppe cose non dette, troppe mezze verità, troppo… Ma alla fine la giustizia verrà fatta, no, non ti da nemmeno questa soddisfazione. La trama si snocciola tristemente, è pensante ed è fin troppo reale. Anche scrivendo queste poche parole e riascoltando la magnifica e malinconica colonna sonora mi fa star male. Viene trattato un argomento per me difficile, non è semplicemente il solito caso da risolvere, in qualche modo in telefilm ti fa immergere nel suo mondo, ti fa coinvolgere o forse è meglio dire stravolgere. Qui non ci sono eroi, non ci sono persone incredibili, ma solo esseri umani fragili che si spezzano minuto dopo minuto. Durante il processo sono stata male per Ellie, già dalla prima stagione, dal primo episodio, si dimostra un personaggio che non sa trattenersi. Mi spiego meglio: quando vede il ragazzino piange, quando vede i coniugi  spezzarsi piange. E' tanto emotiva, non ha quella freddezza tipica del poliziotto ed è estremamente normale, reagisce come uno di noi potrebbe reagire e sta male. E' un ottimo personaggio, ma nella seconda stagione viene letteralmente massacrata. Le vengono addossate troppe accuse, viene tradita da tutti, messa contro tutti, però, si rialza e tira fuori tutto il suo carattere. Prende finalmente coscienza di chi è e di quello che succede e prende in mano la situazione rendendosi migliore di chiunque altro per la forza che dimostra. Nel mentre del processo, come dicevo poco fa, Alec ed Ellie cercano di risolvere un vecchio caso di Hardy. Arriveranno nuovi personaggi e anche qui non mancheranno falsità e i colpi di scena. Un caso orribile, un caso chiuso troppo frettolosamente che aveva solo bisogno di un personaggio esterno alla vicenda per poterlo risolvere.

Broadchurch mostra vari tipi di amore, quello della famiglia, quello fra coniugi, quello malato e disperato. Ci mostra come la vita di una tranquilla città possa essere spezzata nel giro di un secondo, mandando a quel paese amicizie e rispetto. E' una serie veramente dura, pesante, angosciante eppure appasiona come non mai. Mi ha lasciato un grande interrogativo: come fanno gli avvocati a difendere un assassino? Come poi possono dormire la notte sapendo questo? E' solo un lavoro? Succede solo nei film? Non credo… Non lo so, ma è triste, fa arrabbiare e stare davvero male. E se questa serie tv mi fa stare così io non immagino nemmeno come potrebbe distruggermi nella realtà.

Guardatela, amatela, odiatela, aspettate con me la terza e ultima stagione.

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