martedì 22 novembre 2016

Tomb Raider 3


Un tardo pomeriggio mi trovò giocare a Tomb Raider, per la precisione al terzo capitolo della nota saga sulla ps1. La sua reazione fu di sorpresa, ma sbottò con semplicemente con un "perché stai giocando a quello?" ma nel suo sguardo vedevo quella nota d'orgoglio e con lui mi sono ritrovata a quando ero piccona dove non riuscivo a far salti e capriole e veniva sempre in mio soccorso. Questa avventura ho deciso di farla in due con mio padre, come tantissimi anni prima. Più giocavamo e più prendevo manualità con i rigidi e legnosi comandi di questo titolo ormai datato e la sua precisione ha iniziato a calare e da lì l'allieva ha superato il maestro, ma ci siamo divertiti immensamente, ed era da troppo tempo che non giocavamo insieme.


Ho già parlato di questa grande saga, ho fatto piccoli commenti e ho lasciato largo spazio al mio pensiero sul reboot. Ryse of tomb raider deve ancora arrivarmi e in casa spulcio il meraviglioso libro che festeggia i vent'anni con tutta la storia e curiosità veramente interessanti. Eppure come posso festeggiare appieno se non giocando quel titolo che più mi ha segnata nella mia carriera da videogiocatrice? Quel titolo che continuerò sempre a ribadire come quello in cui ho imparato a giocare, e che per sempre sarà il mio preferito. C'è da dire che il tempo ha mescolato varie parti ed ero convinta di trovare e non trovare determinate cose, ma sbagliavo alla grande. I primi cinque capitoli della serie per quanto diversi da loro in un certo senso alcune scene si assomigliano ed è facile fare confusione, quindi è stata anche una piacevole riscoperta da questo punto di vista. Ho voluto rifare il terzo perché è quello che ti fa scegliere l'ordine in cui vuoi visitare i vari luoghi del gioco ad esclusione del primo standard. C'è molta varietà, ma l'ho trovato un titolo parecchio oscuro, anche per quanto riguarda i colori utilizzati e tematiche. La trama c'è ed è molto semplice, fa tanto indiana jones: Lara Croft deve recuperare la pietra infada, un artefatto che dona poteri sovraumani e nelle mani sbagliate potrebbe nuocere. Questo artefatto è diviso in quattro frammenti: uno in Africa e nostra prima metà, gli altri tre sono a Londra, Pacifico del Sud e Nevada, queste ultime tre località come prima dicevo si potranno visitare nell'ordine che vorremmo. C'è infine un ultimo luogo che visiteremo: l'Antartide, qui ci sarà la fine della nostra avventura.

Io mi ricordavo che i giochi di Tomb Raider era difficile al suo tempo, ma è stato anche una grande sfida anche ora. Richiede una grande precisione nei salti e basta un passo in meno o uno in più per morire e rifare tutto  da capo. In questo titolo infatti non esistono i checkpoint ci sono solo due modi per salvare la partita: attraverso cristalli azzurri che troveremo ogni tanto e che quindi bisognerà usare veramente col contagocce e senza far sprechi perché altrimenti dovremo sempre fare tutto da capo e i salvataggi a livello concluso. E' strano come mi sia trovata davvero sempre con l'acqua alla gola per i salvataggi, mi sono resa conto di quanto male mi sono abituata in questi ultimi anni con checkpoint continui automatici, dove puoi salvare ogni due secondi. Insomma, è raro trovare un gioco in cui se muori vieni punito realmente facendoti buttare ore e ore di giocato, non ti fa più venire la rabbia e la frustrazione per magari un futile errore che c'è costato il game over. Proprio per questo, però, i salti di gioia durante il fine livello erano sempre spropositati. Era veramente un sospiro di sollievo, una manna dal cielo, una pausa dall'adrenalina e dalla costante paura di dover rifar tutto. Devo dire che anche il gioco ci prova in ogni modo a metterci in difficoltà, trappole su trappole che nemmeno dark soul immagina. Più di una volta sono rimasta a bocca aperta fra il stupito e il disperato perché era troppo tutto questo, erano troppe cose a cui fare attenzione. Devo dire, però, che questo titolo mi ha fino alla fine divertita, appassionata, spronata, esasperata e soddisfatta pienamente. Avevo bisogno di questo genere di avventura, avevo bisogno di giocare con mio padre e di capire perché amassi tanto questo gioco, e la risposta è semplice è vario ti permette di sparare, arrampicarti, far salti impossibili, usare canoe e quad. Ci sono dinosauri, mostri, uomini armati con ogni cosa, indigeni, piranha, scimmie e tigri. La colonna sonora che inizia e finisce nel giro di pochi secondi solo per darti quel sentore di speranza, ti dice che stai andando dalla parte giusta, stai andando bene oppure ti spaventa arrivando di colpo con qualche nemico in agguato. E ci sono i miei genitori come testimoni, mi concentravo così tanto da spaventarmi e mollare un urletto dalla paura, ma non paura perché è un titolo horror paura perché sono troppo presa dall'opera che sto giocando e qualcosa mi ha fatto buh. Lara Croft poi è sempre magnifica, in questo capitolo la vedremo sempre vestita in modo diverso, è forte e atletica ed è ancor ora la mia eroina. Ha carattere, ha le palle e non si arrende di fronte a niente. La stimo con tutto il cuore e sono contenta di aver imparato a giocare insieme a lei.

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