martedì 19 aprile 2016

Undertale


Capire quasi alla fine del gioco di aver intrapreso una via sbagliata è quasi doloroso. Non intendo propriamente una strada, ma il modo di approcciarsi al combattimento, e l'idea di aver compreso male le istruzioni, di essermi fatta ingannare da un solo e semplice personaggio mi ha fatto crescere una delusione terribile contro me stessa. Ora voglio fare un passo indietro, e rivivere ancora una volta Undertale.


Questo titolo me lo hanno consigliato giusto qualche giorno fa, lo avevo sentito nominare e avevo visto qualche immagine, ma non lo avevo mai preso in considerazione. Avendo davvero poco tempo di giocare mi sono impuntata verso i titoli che ho da più tempo, ma scoprendo della corta durata di questo titolo ho deciso di recuperarlo e passare il mio giorno libero in sua compagnia. Ho giocato per circa 315 minuti, non tutti d'un colpo, ma appena prendevo una pausa mi veniva subito voglia di riprendere e continuare la partita, mi ha incuriosito parecchio. Undertale inzia raccontandoci una storia, in un mondo abitato da demoni e umani è scoppiata una guerra fra loro, gli umani vinsero e i demoni furono relegati nel sottosuolo bloccati da una barriera impenetrabile. Il re dei demoni giurò di sterminare tutta la razza umana diventando un dio con sette anime. Il protagonista invece è un bambino/a, non si sa il suo sesso, e poco importa alla fin fine. Questo fanciullo cadrò nel sottosuolo e un fiore giallo ci spiegherà quali sono le regole di questo luogo oscuro, dove uccidi o vieni ucciso e anche lui da subito metterà a repentaglio la nostra vita e senza l'aiuto di un demone, Toriel, la nostra storia sarebbe finita là. Toriel invece ci porterà in salvo, e ci spiegherà che è un luogo pericoloso e pieno di enigmi da risolvere per proseguire, infine ci ospiterà nella sua casetta. Da qui il nostro viaggio per tornare a casa inizierà, alla scoperta di personaggi davvero carismatici, dolci, eroici, timidi, strambi, divertenti e fra scene da lacrimoni e scene esilaranti Undertale si fa amare. Assieme ad una colonna sonora meravigliosa, piacevole da ascoltare più e più volte e con un gameplay unico. E' un gioco a combattimenti a turni, in cui riceveremo esperienza e saliremo di livello e potremo equipaggiarci con un arma e un oggetto per la difesa. Nella battaglia si può scegliere se combattere, se interagire con l'avversario con varie opzioni disponibili a seconda del nemico, utilizzare oggetti dell'inventario o per finire usare il tasto grazia nel quale possiamo fuggire e lasciar andar via il nemico. Quando verremo attaccati potremmo muovere un cuoricino e schivare gli attacchi altrimenti perderemo punti vitali e arrivati a zero faremo game over. Ed ecco ora posso ricollegarmi al discorso iniziale, in questo gioco non è obbligatorio uccidere gli altri, ti mette a scegliere cosa fare, e io ho capito questo particolare solo all'ultimo pentendomi di aver fatto passare a miglior vita uno dei personaggi importanti per la storia. Questa recensione la sto scrivendo a caldo, ho finito giusto una o due ore fa il gioco e sono ancora emozionata e turbata da ciò che ho visto.

Ora come ora potrei davvero raccontare tutto del gioco, ma non voglio dilungarmi esageratamente e per questo voglio parlare di tre momenti che mi hanno colpito maggiormente lasciandomi dentro di me diverse emozioni. Il primo è stato l'incontro con i fratelli scheletri e in particolare le vicende passate assieme a Papyrus, ho trovato una grande dolcezza in quei attimi, in quelle conversazioni e in quello stravagante appuntamento. Però mi sentivo appagata facendogli del bene, assecondandolo, e lui mi ripagava con un enorme premura. Il secondo sono i vari spezzoni cinematografici con Mettaton di cui soprattutto il "In cucina col killer" mi ha fatto letteralmente morire dalle risate! Il terzo ed ultima parte che voglio citare è la fine. Il pre-boss finale, Asgore, che taglia di netto l'opzione grazia, perché questa è la fine, non ci si può tirare indietro e non possono vivere entrambi. Una battaglia abbastanza faticosa, e triste che fa defluire i miei sensi di colpa per poi non finire così, no, era troppo bello. Bisognava inserire la follia pura. L'ultima battaglia è solo così che riuscirei a definirla, follia alla stato puro, un nemico che ha perso la ragione, che vuole solo distruggere tutto e comandare qualsiasi cosa compreso il gioco stesso. Se perderemo il gioco crashera da solo, se ripartiremo ci distruggerà il salvataggio, potrà ricaricare la partita da solo e ucciderci più e più volte ininterrottamente, ma  la forza della nostra determinazione, e dell'amicizia che ci lega ai demoni conosciuti nel sottosuolo sarà la nostra arma finale contro di lui. E infine, per l'ultima volta il gioco ci porrà davanti ad una scelta: uccidere o graziare.

Questo gioco mi ha davvero colpito, e ho scoperto che ha ben tre finali. Quello che ho visto io è il neutrale, ma ne esiste uno buono, nel quale ci saranno varie rivelazioni e no cattivo dove uccideremo tutti. Probabilmente lo rigiocherò magari facendo scelte più sagge o forse più maligne, chissà.

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