Una delle cose che
più mi piace è arrivare a sera stanca morta, ma soddisfatta di esserlo perché
ho davvero faticato. Lo sento come una ricompensa del duro lavoro, che poi
porta magari ad una cenetta, una calda doccia e poi il relax nel morbido letto.
Mi sento di star vivendo per davvero e ne sono felice. Questo però nei
videogiochi mi fa dannare, intendo la barretta che di solito troviamo sotto
l'indicatore della vita, quella che dopo tot attacchi si esaurisce e dobbiamo
attendere che si carichi almeno un pochino per riprendere a dar mazzate. Ecco,
quella la detesto!
Mi piace poter fare
combo su combo e continuare a correre e fare determinate azioni senza limiti di
tempo. Mi piace questo genere di libertà, mi diverte e mi fa scatenare. Quando
invece mi ritrovo quella barra mi sento quasi di avere l'acqua alla gola, devo
iniziare a calcolare e pregare nella fortuna del caso per salvarmi all'ultimo.
E ci sono certi giochi che non riesco proprio a mandar avanti proprio per
questo motivo. Ad esempio Odin Shpere, me lo tiro avanti da una vita ormai, ma
niente proprio non mi viene di organizzarmi per uccidere i vari mostri e
calcolarmi tutte le tempistiche. Divento matta, mi rompo e spengo.
C'è da dire che però
non tutti i giochi stanno bene con o senza,
ogni gioco è giusto che abbia la sua particolarità nel bene o nel male.
Perché a volte anche non avere questa barretta della stanchezza può essere un pro,
magari facilitando troppo il gioco oppure rendendolo anche troppo frenetico
quando magari ci vorrebbe un attimo per anche guardarsi intorno. Nella maggior
parte dei casi però preferisco quando non c'è, è inutile.
Chiedo perdono, a
nessuno in realtà, per questo mini sproloquio. A volte mi piace anche
utilizzare il blog anche per piccoli pensieri e non sempre "grandi"
chiacchere. E sì, credo che questo post sia per ora quello che pubblico più
tardi, ma sempre in orario!
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