martedì 28 aprile 2015

L'arte di ascoltare i battiti del cuore



E' la prima volta che mi viene voglia di scrivere di un libro che ho appena finito. Non sarà una recensione, non so neanche da dove iniziare, ma come sempre, lascio che siano le parole e defluire da me da sole, come un fiume in piena.

L'arte di ascoltare i battiti del cuore, scritto da Jan-Philip Sendker ci porterà in un paesino della Birmania per raccontarci la storia di Julia. Questa giovane donna americana finirà in questo luogo sperduto e povero per cercare tracce del padre, disperso ormai da anni. Un viaggio inaspettato, una decisione presa quasi d'impulso che la porterà a scoprire i primi vent'anni della vita di Tin Win, il papà della protagonista.

Un romanzo leggero, dolce, che è riuscito a infondermi una calma totale. E' diviso in tre parti: l'inizio del viaggio con l'infanzia, la ricerca con l'adolescenza, l'arrivo con l'età adulta. Questa divisione poteva anche non esserci, non è essenziale ma fa prendere una piccola pausa a chi racconta e a chi legge. Ci saranno colpi di scena, ci saranno episodi tristi, felici, ma tutti scritti in modo scorrevole, quasi come fosse un racconto per bambini.


L'autore inizia il libro sfondando la quarta dimensione, il personaggio che racconta tutta la storia di Tin Win sembra parlare direttamente con il lettore e non con Julia. Leggendo, per esempio, mi è venuto da sorridere, quando questo vecchio signore un po' particolare si presenta a noi e lui dirà proprio: "Vedo che sorride". Mi ha stupito, mi ha incantata. E' stato come se lo avessi davanti a me, come se quello che ci fosse scritto non fosse la storia di altri ma diventassimo noi stessi i protagonisti. Per tutto il resto del racconto fra stupore e meraviglia per come vengono descritte le sensazioni che provano i vari personaggi, i sentimenti, gli odori, le immagini e soprattutto i suoni ci culleremo immaginando questa realtà così distante da noi.

Perché ho voluto parlare proprio di questo libro? Mi ha colpito, mi ha fatto battere forte il cuore con la sua semplicità. E credo di aver letto libri più emozionanti, libri che mi hanno appassionato maggiormente ma questo in particolare, anche se si sa già da subito all'incirca come finirà, mi ha fatto sperare fino alla fine che tutto fosse diverso. Che il racconto prendesse un'altra piega, perché una storia d'amore così pura e sincera raramente l'ho letta, ma tutto era già deciso fin dall'inizio quindi ho potuto solo subire tutta la malinconia che questo racconto porta nelle sue radici. Allo stesso tempo, però, ero anche felice, per la spensieratezza, per la semplicità di quel luogo dove le piccole cose sono quelle più importanti, dopo il battito di un cuore è la più bella e dolce canzone che si possa ascoltare. Una storia d'amore che va controcorrente, niente erotismo, nessuna forzatura e per quanto lontano, sia di distanza che di tempo, risulta uno dei più realistici. Perché l'amore dovrebbe essere questo, non ci sono regali perché quello che più può far felici è lo stare insieme, non ci si messaggia ogni due minuti, si ama incondizionatamente, anche se ci si divide, anche se non ci si può scrivere o sentire, il sentimento non scema di intensità. Rimane dopo giorni, mesi, anni anche dopo mezzo secolo perché  quello che si prova, se è amore vero e sincero non conosce ostacoli, non conosce lo scorrere del tempo. Doniamo il cuore solo ad una persona e non importa cosa succederà, sarà per sempre suo, senza mai avere un ripensamento.

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