giovedì 6 marzo 2014

Shadow of the Damned



Shadow of the damned, uscito nel 2011 da Grasshopper Manufacture. Hanno partecipato alla realizzazione del gioco il compositore delle colonne sonore di Silent Hill Akira Yamaoka, il creatore di No More Heroes  Suda51 e infine il creatore della serie Resident Evil Shinji Mikami.

 
                                                          


Questo gioco è uno di quelli che mi rapisce e mi fa stare attaccata parecchio! La trama del gioco è semplice: rapiscono la ragazza di Garcia (il protagonista) e lui insieme al suo amico demone Johnson vanno a salvarla. Tutta la storia si sviluppa nel mondo dei demoni.
Garcia è un buon protagonista, serio quanto basta e col suo seducente accento spagnolo e il suo accompagnatore spezzerà la serietà con battute simpatiche in tema “humor nero”.
                
La colonna sonora del gioco si amalgama bene con il contesto, lasciandoti dentro sempre un senso di inquietudine. Gli scenari sono lineari, composti da un unico percorso disponibile e qualche stanza extra dove possiamo trovare delle gemme rosse (che si possono utilizzare per aumentare la vita o altro). Giocando possiamo trovare diversi tipi di livello che possono andare da un normale gioco d’azione, ad un shooter fermi su un palazzo, inseguiti dalla nostra amata Paula oppure nelle veci di un burattino all’interno di un teatrino. Graficamente non è male, e lo trovo molto particolare con tonalità sul rosso del sangue dei chissà quanti morti. Durante il gioco potremmo trovarci all’interno dell’oscurità, nel quale lo schermo diventerà blu scuro e non più sul rosso, dentro questi pezzi la nostra vita inizierà a scendere finché non usciremo o disperderemo l’oscurità sparando un colpo di luce ad una simpatica  testa di capretta. Il gioco non ha il ripristino automatico della vita, ma si devono usare degli alcolici (sake, tequila, assenzio) che si possono trovare all’interno del livello oppure comprare dai distributori automatici o dal mercante.

Riguardo alle armi ci sono tre categorie: il Boner (pistola), il Teether (mitragliatrice) e il Skullcussioner (fucile). Ogni arma si può potenziare tramite gemme rosse per quanto riguarda la potenza di fuoco, velocità di ricarica e la capienza dei caricatori, e si possono migliorare (ovvero si trasformano in armi più potenti e con nuove possibilità di attacco) tramite le gemme blu che si ricevono sconfiggendo boss durante il gioco. Si può utilizzare anche il corpo a corpo ma serve solo per allontanare un nemico, per quanto riguarda il sistema di schivata l’ho trovato ben reattivo e decisamente utile contro certi attacchi nemici.

I boss del gioco sono “carini” ma niente di speciale. Per sconfiggerli basta pensarci un pochino (anche se sono abbastanza ovvi) ma comunque non impegnano molto, neanche a modalità legione. All’interno dell’avventura possiamo trovare dei libri contenenti storie riguardanti certi boss e sentirli letti da Garcia o da Johnson fa strappare qualche risata! 

In conclusione Shadow of the damned è un buonissimo titolo, si può trovare ad un prezzo bassissimo e tutto sommato io vi consiglio di recuperarlo. Ne vale la pena!

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