Final Fantasy X

*possibili spoiler in agguato*

Titolo dopo titolo, senza seguire un ordine preciso, prosegue la mia avventura in questa vasta saga. Per ora Final Fantasy 10 è il capitolo che più mi ha deluso, ma andiamo con calma.

In questo capitolo mi sono persa nel mondo di Spira, per affrontare un pellegrinaggio per la salvezza dell'intero pianeta. Fra vari luoghi incantati mi sono fatta trasportare dalla magia. Credo che porterò sempre nel cuore il bosco di Macalania, come anche tutti i magnifici templi. Il protagonista del gioco è Tidus, un giovane proveniente da una città distrutta ben 1000 anni fa, che successivamente diventa uno degli innumerevoli guardiani della co-protagonista, l'invocatrice Yuna. Oltre a loro faremo a conoscenza degli altri guardiani: Wakka, Lulu, Kimahri, Auron e Rikku.  Come in ogni capitolo, anche qui  vengono trattati temi importanti, come il razzismo, e ne mostra varie sfaccettare legate soprattutto ad una cieca fede.

Il gameplay è composto in tre fasi: esplorativo dove utilizzeremo un personaggio e gireremo per la mappa, combattimenti a turni nei quali useremo tre personaggi per volta, ma che saranno cambiabili nel corso della lotta per creare svariate strategie. Infine ci sono piccoli momenti dove si dovrà risolvere enigmi ambientali che comprende l'apertura di porte con determinate sfere, questi si concentrano all'interno dei templi.

 Final Fantasy X è ricco di extra, non ci si dovrebbe mai annoiare fra partite di blitzball, ricerca di luoghi nuovi, recupero di parti del dizionario Albhed, completamento dello zoolab, il recupero delle armi dei 7 astri, cattura di eoni secondari, sfide con altri boss, addestrare chocobo, completare le sfide del kyactus, insomma c'è davvero di tutto!

Eppure questo titolo mi ha deluso e i motivi sono tre:

• La trama, è bella, è interessante, mi ha commosso, mi ha coinvolto, ma quando iniziano ad esserci contraddizioni proprio non riesco a sopportarlo. Se si propone da subito un'idea allora bisogna mantenerla fin alla fine e si mi riferisco proprio al rito del trapasso. Da subito ci viene detto che una volta morti un invocatore/sarcedote deve eseguire questo rito per far si che le anime non diventino mostri per poi scoprire che tantissimi personaggi vivono tranquillamente anche da defunti senza nessun cambiamento. Poi c'è la lunghezza di questo pellegrinaggio. Mentre si prosegue sembra davvero che debba durare davvero molto, ma dopo solo cinque eoni stop, ecco la fine del viaggio. Sono rimasta un po' a bocca asciutta.
• L'equipaggiamento non incrementa le statistiche dei personaggi, danno solo dei bonus (che possono essere più vita, difesa da un certo malus, contrattacco, ect) e quindi mi sono ritrovata a fine gioco con certi personaggi che mantenevano l'arma di inizio gioco, proprio perché non cambiava molto se usassi quella o una trovata a fine gioco.
• Il sistema "innovativo" di livellaggio. Il gioco grazie a questo aumenta la sua
  
  difficoltà, o forse dovrei dire la sua frustrazione? Perché in un gioco di ruolo normale con punti esperienza raccolti si sale di livello e tutte le statistiche (certe più, certe meno) aumentano. In questo capitolo invece con i punti esperienza guadagneremo dei punti abilità. Questi punti si utilizzeranno per muoverci in un tabellone e aumentare le statistiche dei vari personaggi, solo che con un punto potremmo trovare una casella vuota oppure solo un aumento di vita, o uno di forza, o un abilità. Insomma, un miglioramento singolo, e non di tutte le caratteristiche in generale. Quindi ci vogliono infiniti punti esperienza per rendere il personaggio davvero forte, ed effettivamente non sai mai se sei allo stesso livello del tuo nemico oppure infinitamente più scarso.

Ovviamente questo è il mio parere personale, il gioco mi ha annoiata, ma sono contenta di averlo completato. Potrei sbagliarmi a "criticare" queste componenti che magari a molti sono molto gradite. Però questo è il mio angolo del web, ed è la mia personale e soggettiva recensione e quindi preferisco andare di sincerità.