Io non amo il genere
horror, mi terrorizza. Capisco, però, quanti titoli splendidi mi perdo, comunque ogni tanto ci provo.
Home, acquistato per
mobile e successivamente su Steam (ho cambiato il telefono, addio gioco) è
stata una semplice sorpresa. Mi ha fatto ragionare su questo genere. L'horror
infatti è davvero un universo vasto, pieno di sfaccettature, e per quanta ansia
e fifa mi ha trasmesso questo titolo devo dire che l'ho apprezzato davvero
tanto. Mi è piaciuta la tensione che mi ha fatto provare costantemente e ho
passato un'ora abbondante senza accorgermi del tempo che passava, tale era la
mia concentrazione.
Questo è un titolo
breve, ma per me la voglia di rigiocarlo è scattata in automatico non appena
sono partiti i titoli di coda. La trama interessante e misteriosa mi aveva
lasciato troppi punti interrogativi non risolti, ma la colpa è solo mia. La mia
voglia di finire in fretta per paura dell'agognato momento "buh" ha
prevalso. Però, non arriva mai. Il gioco mantiene costante quel senso d'ansia
ad alti livelli. Sembra sempre sul punto di apparire qualche immagine
raccapricciante, si è sempre sull'orlo dello spavento, ma non arriva mia. E'
questa sensazione, che a parole forse non sono brava a spiegare, che ho amato.
Vediamo ora di
approfondire un po' questo gioco, Home, piccolo titolo indie di Benjamin Rivers
è uscito nel 2012. Con un grafica ad 8-bit faremo subito conoscenza col
protagonista: un uomo del tutto anonimo. Si troverà in questa enorme villa
macabra, senza sapere come c'è finito. Dopo giusto pochi passi troviamo una
torcia, la nostra unica vera fonte di luce, che oltre ad illuminare davanti a
noi possiamo puntarla verso il soffitto. Da subito sia il protagonista che noi
ci porremo le solite domande: "Cos'è successo? Dove ci troviamo?" e
man mano che proseguiamo e controlliamo centimetro per centimetro l'area di
gioco sveleremo i vari misteri, per affliggerci da altri ancora. Nel gioco
dovremmo fare delle scelte, prendere o no certi oggetti, perlustrare
determinati luoghi e così via, tutte queste decisioni influiranno nel
proseguimento della storia. Saremo noi gli artefici involontari del destino del
protagonista.
Questo gioco nasce
con l'idea di far riflettere il videogiocatore, soprattutto mentre non gioca.
Ti pone nella condizione di mettere insieme pezzi di trama e arrivare quasi da
solo alle conclusioni. Tutto viene detto a seconda di quello che fai, e se salti
qualcosa fino alla fine il protagonista si porrà la domanda di cosa c'era in
quella porta che abbiamo saltato, o cosa sarebbe cambiato se avessimo preso o
no un determinato oggetto. Fa salire la curiosità ed è un piacere riprovarlo e
scoprire tanti dettagli che magari alla prima run sono sfuggiti. Insomma, un
titolo davvero curioso, consigliato anche a chi, come me, si spaventa col
niente.
8-bit rulez!
RispondiEliminaPost ottimo, efficiente e molto chiaro. Titolo segnato subito.
Grazie e mi dovrai dire il tuo parere quando lo giocherai!
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