Un tardo pomeriggio
mi trovò giocare a Tomb Raider, per la precisione al terzo capitolo della nota
saga sulla ps1. La sua reazione fu di sorpresa, ma sbottò con semplicemente con
un "perché stai giocando a quello?" ma nel suo sguardo vedevo quella
nota d'orgoglio e con lui mi sono ritrovata a quando ero piccona dove non
riuscivo a far salti e capriole e veniva sempre in mio soccorso. Questa
avventura ho deciso di farla in due con mio padre, come tantissimi anni prima.
Più giocavamo e più prendevo manualità con i rigidi e legnosi comandi di questo
titolo ormai datato e la sua precisione ha iniziato a calare e da lì l'allieva
ha superato il maestro, ma ci siamo divertiti immensamente, ed era da troppo
tempo che non giocavamo insieme.
Ho già parlato di
questa grande saga, ho fatto piccoli commenti e ho lasciato largo spazio al mio
pensiero sul reboot. Ryse of tomb raider deve ancora arrivarmi e in casa
spulcio il meraviglioso libro che festeggia i vent'anni con tutta la storia e
curiosità veramente interessanti. Eppure come posso festeggiare appieno se non
giocando quel titolo che più mi ha segnata nella mia carriera da
videogiocatrice? Quel titolo che continuerò sempre a ribadire come quello in
cui ho imparato a giocare, e che per sempre sarà il mio preferito. C'è da dire
che il tempo ha mescolato varie parti ed ero convinta di trovare e non trovare
determinate cose, ma sbagliavo alla grande. I primi cinque capitoli della serie
per quanto diversi da loro in un certo senso alcune scene si assomigliano ed è
facile fare confusione, quindi è stata anche una piacevole riscoperta da questo
punto di vista. Ho voluto rifare il terzo perché è quello che ti fa scegliere
l'ordine in cui vuoi visitare i vari luoghi del gioco ad esclusione del primo
standard. C'è molta varietà, ma l'ho trovato un titolo parecchio oscuro, anche
per quanto riguarda i colori utilizzati e tematiche. La trama c'è ed è molto
semplice, fa tanto indiana jones: Lara Croft deve recuperare la pietra infada,
un artefatto che dona poteri sovraumani e nelle mani sbagliate potrebbe
nuocere. Questo artefatto è diviso in quattro frammenti: uno in Africa e nostra
prima metà, gli altri tre sono a Londra, Pacifico del Sud e Nevada, queste
ultime tre località come prima dicevo si potranno visitare nell'ordine che
vorremmo. C'è infine un ultimo luogo che visiteremo: l'Antartide, qui ci sarà
la fine della nostra avventura.
Io mi ricordavo che
i giochi di Tomb Raider era difficile al suo tempo, ma è stato anche una grande
sfida anche ora. Richiede una grande precisione nei salti e basta un passo in
meno o uno in più per morire e rifare tutto
da capo. In questo titolo infatti non esistono i checkpoint ci sono solo
due modi per salvare la partita: attraverso cristalli azzurri che troveremo
ogni tanto e che quindi bisognerà usare veramente col contagocce e senza far
sprechi perché altrimenti dovremo sempre fare tutto da capo e i salvataggi a
livello concluso. E' strano come mi sia trovata davvero sempre con l'acqua alla
gola per i salvataggi, mi sono resa conto di quanto male mi sono abituata in
questi ultimi anni con checkpoint continui automatici, dove puoi salvare ogni
due secondi. Insomma, è raro trovare un gioco in cui se muori vieni punito
realmente facendoti buttare ore e ore di giocato, non ti fa più venire la
rabbia e la frustrazione per magari un futile errore che c'è costato il game
over. Proprio per questo, però, i salti di gioia durante il fine livello erano
sempre spropositati. Era veramente un sospiro di sollievo, una manna dal cielo,
una pausa dall'adrenalina e dalla costante paura di dover rifar tutto. Devo
dire che anche il gioco ci prova in ogni modo a metterci in difficoltà,
trappole su trappole che nemmeno dark soul immagina. Più di una volta sono
rimasta a bocca aperta fra il stupito e il disperato perché era troppo tutto
questo, erano troppe cose a cui fare attenzione. Devo dire, però, che questo
titolo mi ha fino alla fine divertita, appassionata, spronata, esasperata e
soddisfatta pienamente. Avevo bisogno di questo genere di avventura, avevo
bisogno di giocare con mio padre e di capire perché amassi tanto questo gioco,
e la risposta è semplice è vario ti permette di sparare, arrampicarti, far
salti impossibili, usare canoe e quad. Ci sono dinosauri, mostri, uomini armati
con ogni cosa, indigeni, piranha, scimmie e tigri. La colonna sonora che inizia
e finisce nel giro di pochi secondi solo per darti quel sentore di speranza, ti
dice che stai andando dalla parte giusta, stai andando bene oppure ti spaventa
arrivando di colpo con qualche nemico in agguato. E ci sono i miei genitori
come testimoni, mi concentravo così tanto da spaventarmi e mollare un urletto
dalla paura, ma non paura perché è un titolo horror paura perché sono troppo
presa dall'opera che sto giocando e qualcosa mi ha fatto buh. Lara Croft poi è
sempre magnifica, in questo capitolo la vedremo sempre vestita in modo diverso,
è forte e atletica ed è ancor ora la mia eroina. Ha carattere, ha le palle e
non si arrende di fronte a niente. La stimo con tutto il cuore e sono contenta
di aver imparato a giocare insieme a lei.
Nessun commento:
Posta un commento