martedì 17 febbraio 2015

Metal Gear Solid 3


*La recensione potrebbe contenere qualche piccolo spoiler* 

Una recensione videoludica? Bè, credo che il gioco che più su tutti vorrei parlare è MGS3. Io non mi sento degna, si avete letto bene, non mi sento all'altezza di poter recensire un titolo qualsiasi di questa epica saga. Il mio cuore, però, vuole dire la sua.

Metal Gear Solid 3 è uscito nel lontano 2005 per Ps2 e recuperato dalla sottoscritta con la collection per la ps3, prestata per giunta. Mi hanno convinto a giocare a questa saga giusto qualche anno fa, e se non me li avessero dati in prestito non credo che mi sarei mai avvicinata, perché il genere stealth non fa per me, e infatti ho avuto parecchie difficoltà. Ora capisco quanto stupida sono stata e quanto mi stavo perdendo. Ritorniamo alla recensione però, sono qui per questo, non per perdermi in ricordi!

MGS3 è diviso in due parti. 
La prima è ambientata nel 1964 durante la guerra fredda, e noi saremo un soldato americano inviato in Russia per compiere la "Missione Virtuosa", nel quale si dovrà recuperare uno scienziato rapito per colpa della sua invenzione: un carrarmato in grado di lanciare missili nucleari. Nella seconda parte invece, ambientata giusto una settimana dopo, il nostro protagonista dovrà affrontare la missione "Snake Eater", che consisterà sempre nel salvataggio dello scienziato, ma con l'aggiunta della distruzione della sua invenzione e dell'uccisione dei suoi rapitori e di una soldatessa incolpata di tradimento verso l'America.

Di trama non posso dirvi altro, credo di aver anche detto troppo. Questo titolo è il vero inizio di questa saga, o almeno lo è se vediamo il tutto secondo una linea temporale dei vari fatti che accadono. Detta così però, viene il dubbio su ciò che lo rende così bello, quindi ora vi prego di mettervi comodi perché inizierò ad elencare le cose che più mi hanno colpito (saranno in ordine sparso, e potrebbero esserci spoiler scusate!).

La colonna sonora, potente, emozionante che ci accompagnerà durante questo viaggio è scelta con estrema cura. Ci sono due canzoni cantante: Snake Eater, che è la colonna portante, che renderà epico anche salire una scala infinita, e che sentiremo così spesso da imparare a memoria per poi commuoverci ogni volta. Ci legheremo a lei indissolubilmente, la voce della cantante così potente, calda da farci innamorare sia di lei sia del brano che ci propone. E' una di quelle canzoni che rimangono impresse nell'anima, che se mai in futuro riascolteremo, anche solo per caso ci ritornerà alla mente non solo il gioco ma anche tutte le emozioni che ha fatto provare. Infine c'è Way to Fall, la canzone dei titoli di coda, forse un po' troppo sottovalutata perché posta alla fine, dove sei a pezzi emotivamente, ma che è piena di significato. Perfetta in tutto, un messaggio che arriva sia troppo tardi che al momento giusto, che ti fa riflettere su quello che hai appena finito di giocare. Una voce maschile, triste, che prova a consolarti ma che peggiora solo il tutto.

Il gioco è prevalentemente ambientato in grandi foreste rigogliose, dove grazie a mimetiche che troveremo e il nostro ingegno dovremmo sopravvivere. Andare a caccia di piccoli animali, tra i quali anche serpenti e coccodrilli (ma non erano piccoli?!), raccogliere funghi e nasconderci dalle guardie nemiche. Strisciare, arrampicarci, sta a noi scegliere come approcciarci per il proseguimento dell'avventura. Se avremmo fame il corpo ne risentirà, se ci feriremo dovremmo fermarci a curarci, sempre se con noi avremo le attrezzature giuste. Ci capiterà di gironzolare anche in una caverna, in un laboratorio e in un incantevole prato fiorito. In ogni luogo dovremmo lavorare d'astuzia e di calma per riuscire ad andare avanti, non ci sarà come nei capitoli precedenti un radar dove vengono segnati i nemici. Dovremmo aguzzare la vista e trovarli prima che siano loro a trovare noi.

Il gameplay, varia anche nei combattimenti, infatti non useremo solo armi da fuoco ma anche le mani è un pugnale con le tecniche del CQC, stile di combattimento usato realmente dai militari per contrastare la guerriglia urbana e per autodifesa. Durante il gioco affronteremo vari boss, tutti diversi e particolari. Bisognerà usare la testa per trovare la giusta tattica, non ci sarà mai l'impressione di già visto nei combattimenti. Tutti sprizzeranno di epicità, daranno soddisfazione e ci faranno pentire di aver vinto. Kojima già dal primo capitolo (mgs) aveva fatto provare lo stesso, perché  chi dopo aver sconfitto Psycho Mantis o Sniper Wolf non si è chiesto: "che cosa ho fatto?!". Il loro passato si scopre solo alla fine, ed è una stangata dritta al cuore.

Rimanendo in tema di personaggi, sono tanti, riscopriamo gente già conosciuta negli altri capitoli precedenti ma giusto un po' ringiovaniti e cambiamo opinione su di loro. Un esempio chiarissimo è Ocelot, nel primo è cattivo, io lo detestavo eppure qua, l'ho riscoperto, ho capito tante cose ed è uno dei miei personaggi preferiti dell'intera saga! Faremo la conoscenza invece di tanti altri, The boss, una signor donna! Una madre, una mentore, tutti si fanno minuscoli al suo cospetto. Eva, una giovane che mi stava altamente sulle scatole, mi ha dato l'impressione di essere svampita, con la puzza sotto il naso e poi scusate, sono stata dannatamente gelosa quando ci provava col protagonista! I vari boss, uno più fantastico dell'altro. The Fury, the Fear, the End e the
Sorrow. Il mio preferito è l'ultimo con cui faremo la battaglia più affascinante e complessa. Ammetto di aver dovuto chiedere aiuto contro di lui perché non ero in grado di trovare la soluzione. E' quello che ti fa più riflettere, su tutta la partita che stai affrontando. Un altro grande nemico è Volgin, un pallone gonfiato , cattivo fino al midollo. Eppure da un lato, ha il suo fascino, è un vero nemico dall'inizio alla fine. Forse uno dei pochi di cui non cambierai mai idea, e credo sia una fortuna visto che tanti altri poi ti fanno rimangiare quello che fino ad un attimo prima pensavi. Il protagonista non è giovane, non è il solito superbuonosalvoilmondo, è serio, un vero e proprio soldato. Si impara ad amarlo nel corso dell'avventura, con i suoi modi aspri, con le sue poche parole. Big Boss è il nome che riceverà, il nome come tutti lo conosco. Il mio personaggio preferito in assoluto della saga, non è buono ne cattivo. Come tanti altri personaggi spetta a noi, alla nostra morale decidere come definirli. Anche questo è un pregio che adoro di questa saga, chi sta nel torto? Chi sta nel giusto? Non si può dire con certezza, fra complotti, fra cospirazioni spinte in origine da buoni propositi.

Metal Gear Solid 3 e davvero vario, contiene scene lente, veloci, alcune ti mettono un'ansia terribile, altre ancora ti fanno ridere e infine certe di fanno piangere come se fossi una fontana. Il tutto unito magistralmente, niente è lasciato al caso, nessun attimo rovina l'esperienza ludica. Ha una profondità estrema, non è solo un videogioco per il semplice intrattenimento e per il divertimento è di più. Si fa vivere, ti entra nelle vene, ti fa essere là dentro. Per me non è semplice spiegarlo e il solo scriverlo mi fa scendere le lacrime. Ti sconvolge la vita, prende a schiaffi chi sminuisce i videogiochi perché se solo si fermasse a cogliere tutto quello che ti dona, cambierebbe immediatamente idea. Un altro media non renderebbe così tanto, ma il fatto di renderti partecipe anche solo premendo un tasto nei momenti importanti non solo elimina quella barriera di solo spettatore ma ti rende partecipe. Quando sconfiggi un boss, ti fa soffrire così tanto poi perché sei stato tu, sei tu che con le tue dita hai  premuto quel tasto per dare il colpo di grazia. Sono fermamente convinta che se non fosse stato così l'impatto sarebbe stato davvero minore, non mi avrebbe toccato così tanto. L'intera saga è magica, un viaggio interiore. Metal gear solid è più di un videogioco, sono sentimenti che rimangono rinchiusi dentro il cuore per sempre. Amore, ansia, tristezza, gioia, rancore, stupore, malinconia, rabbia, non sono tanti giochi che si possono permettere di farti provare così tante cose diverte nella stessa run, ma quelli che ci riescono per me sono davvero delle opere d'arte.

Perché ho scelto proprio questo capitolo e non un altro? Forse perché è quello che mi ha appassionato di più per vari motivi, forse perché ho conosciuto Big Boss, di cui sono fortemente innamorata. Saranno le ambientazioni, non lo so. Amo questo gioco, amo anche gli altri vari capitoli che ho giocato e non vedo l'ora di mettere le mani sui nuovi e spero dopo di Phantom Pain di vedere conclusa questa epica saga.

Piccolo bonus per chi ha già finito il gioco: Let's destroy the Shagohod

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