Shadow of the
damned, uscito nel 2011 da Grasshopper Manufacture. Hanno partecipato alla
realizzazione del gioco il compositore delle colonne sonore di Silent Hill Akira Yamaoka, il creatore di No More Heroes Suda51 e infine il creatore della serie Resident Evil Shinji Mikami.
Questo gioco è
uno di quelli che mi rapisce e mi fa stare attaccata parecchio! La trama del
gioco è semplice: rapiscono la ragazza di Garcia (il protagonista) e lui
insieme al suo amico demone Johnson vanno a salvarla. Tutta la storia si sviluppa
nel mondo dei demoni.
Garcia è un buon protagonista, serio quanto basta e col
suo seducente accento spagnolo e il suo accompagnatore spezzerà la serietà con
battute simpatiche in tema “humor nero”.
La colonna
sonora del gioco si amalgama bene con il contesto, lasciandoti dentro sempre un
senso di inquietudine. Gli scenari sono lineari, composti da un unico percorso
disponibile e qualche stanza extra dove possiamo trovare delle gemme rosse (che
si possono utilizzare per aumentare la vita o altro). Giocando possiamo trovare
diversi tipi di livello che possono andare da un normale gioco d’azione, ad un
shooter fermi su un palazzo, inseguiti dalla nostra amata Paula oppure nelle
veci di un burattino all’interno di un teatrino. Graficamente non è male, e lo
trovo molto particolare con tonalità sul rosso del sangue dei chissà quanti
morti. Durante il gioco potremmo trovarci all’interno dell’oscurità, nel quale
lo schermo diventerà blu scuro e non più sul rosso, dentro questi pezzi la
nostra vita inizierà a scendere finché non usciremo o disperderemo l’oscurità
sparando un colpo di luce ad una simpatica
testa di capretta. Il gioco non ha il ripristino automatico della vita,
ma si devono usare degli alcolici (sake, tequila, assenzio) che si possono
trovare all’interno del livello oppure comprare dai distributori automatici o
dal mercante.
Riguardo alle
armi ci sono tre categorie: il Boner (pistola), il Teether (mitragliatrice) e
il Skullcussioner (fucile). Ogni arma si può potenziare tramite gemme rosse per
quanto riguarda la potenza di fuoco, velocità di ricarica e la capienza dei
caricatori, e si possono migliorare (ovvero si trasformano in armi più potenti
e con nuove possibilità di attacco) tramite le gemme blu che si ricevono
sconfiggendo boss durante il gioco. Si può utilizzare anche il corpo a corpo ma
serve solo per allontanare un nemico, per quanto riguarda il sistema di
schivata l’ho trovato ben reattivo e decisamente utile contro certi attacchi
nemici.
I boss del
gioco sono “carini” ma niente di speciale. Per sconfiggerli basta pensarci un
pochino (anche se sono abbastanza ovvi) ma comunque non impegnano molto,
neanche a modalità legione. All’interno dell’avventura possiamo trovare dei
libri contenenti storie riguardanti certi boss e sentirli letti da Garcia o da
Johnson fa strappare qualche risata!
In conclusione
Shadow of the damned è un buonissimo titolo, si può trovare ad un prezzo
bassissimo e tutto sommato io vi consiglio di recuperarlo. Ne vale la pena!
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